COLDIRETTI – L’allarme per gli allevamenti a causa dei lupi
«Occorre salvare mucche e pecore che stazionano negli alpeggi delle valli torinesi, come in tutto il Piemonte. Messi sotto attacco dal lupo – ritornato a popolare il Piemonte – ci sono 50mila capi bovini e centinaia di greggi. Non solo, i lupi sono arrivati a colpire le stalle di collina e pianura, uccidendo mucche, pecore e capre». Questo l’appello di Fabrizio Galliati , presidente di Coldiretti Torino, in riferimento alle considerazioni dei giorni scorsi del vicepremier Matteo Salvini, che ha sottolineato la necessità di misure di contenimento per difendere gli allevamenti. Nella giornata che dà il via alla tradizionale transumanza, è stata divulgata un’analisi della Coldiretti, contenuta nel report “L’Italia dei pastori”. Fabrizio Galliati prosegue: «La problematica è seria poiché il pericolo lupi costringe alla fuga le famiglie coltivatrici che, da generazioni, popolano le montagne, ma anche i tanti giovani che, con fatica, sono tornati per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze. E’ una situazione critica che sta volgendo al peggio dato che ora anche la collina torinese è in stato di allerta e gli animali che fino a ieri pascolavano liberi, oggi sono minacciati». In Piemonte le aziende che allevano la razza bovina Piemontese sono 6mila, con 15 mila addetti, oltre 315 mila capi in stalla e un fatturato di 500 milioni di euro. Il comparto ovi-caprino piemontese è in crescita: 150 allevatori professionali di capretto, 25 mila capre in produzione e 2200 allevamenti ovini. Oltretutto, un numero consistente di capi, in particolare ovini e caprini, è allevato nelle zone alpine e prealpine e sono 500 i margari che vanno in alpeggio. Nel solo torinese alpeggiano oltre 10mila capi bovini. Il cuneese conta 300 margari con 30mila bovini.
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