GIUSTIZIA- Il Tar accoglie il ricorso sull’aumento della tassa d’iscrizione ad un ordine professionale
Il Tar Piemonte ha accolto il ricorso presentato contro la delibera in materia di quote e obbligo assicurativo, annullandola nella parte in cui imponeva nella tassa di iscrizione all’albo professionale di appartenenza anche una maggiorazione a titolo di quota del premio assicurativo. Lo rende noto il sindacato degli infermieri Nursing Up, che ha sostenuto fortemente questa azione legale per affermare l’intangibilità del principio della libertà di scelta individuale. Nella fattispecie, libertà di scelta per l’assicurazione professionale.
E ora ad avvalorare questo principio è arrivata una sentenza della Seconda Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte, che si è pronunciato contro l’imposizione di una polizza collettiva per la responsabilità professionale con relativo addebito del costo nella tassa di iscrizione all’albo. In quanto, come abbiamo sempre sostenuto, non è facoltà di un Ordine professionale imporre la propria polizza assicurativa RC Colpa Grave, trattenendosi direttamente l’importo e obbligando gli iscritti a sottoscriverla.
Previo superamento delle diverse eccezioni formali e/o processuali di controparte (in questo caso l’Ordine professionale interprovinciale Tecnici Sanitari di Radiologia Medica di Torino-Aosta-Alessandria-Asti), il Tar ha accolto la tesi in forza della quale con quel meccanismo si imponeva di fatto di aderire alla polizza collettiva, senza possibilità di scegliere altra copertura assicurativa, anche nell’ipotesi in cui, per di più, gli iscritti all’ordine già disponevano di una propria assicurazione professionale.
Invece, per principio generale, deve essere garantita a qualsiasi individuo terzo, che si trova a poter beneficiare di un contratto a proprio favore, la possibilità di scegliere se beneficiare o meno di quel contratto e, se lo ritiene, rifiutarne gli effetti, salvo diverso accordo tra le parti interessate. Nella pronuncia, il Tar dichiara “illegittimo addossare al singolo iscritto l’onere economico di una polizza assicurativa stipulata dall’Ordine o dalla Federazione, alla quale egli non abbia aderito espressamente”.
“Ciò che non può ritenersi consentito – si legge in sentenza -, in mancanza di una espressione previsione normativa, è che gli Ordini professionali e/o le relative Federazioni possano stipulare polizze professionali collettive imponendone obbligatoriamente l’adesione ai propri iscritti, anche solo indirettamente: ad esempio, come nel caso di specie, inserendone la quota di costo pro capite all’interno della tassa annuale di iscrizione all’albo, dovuta obbligatoriamente dagli iscritti a pena di sanzione disciplinare”.
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