Vacanze e tintarella, i consigli dell’Asl per evitare problemi alla pelle
I tumori della pelle, causati principalmente dalla prolungata esposizione al sole e dall’avanzare dell’età, son diventati nel corso del tempo un importante problema di salute per coloro che risiedono nell’area geografica della nostra Asl.
Con la finalità di combattere e vincere questa sfida contro forme tumorali sempre più frequenti e rispondere in modo puntuale e capillare alla domanda di salute della popolazione, è stato attivato un “Gruppo Territoriale Chirurgia Dermo-Oncologica Asl TO5” con indirizzo multidisciplinare. Alla formazione di questa unità diagnostico-terapeutica concorrono gli Specialisti Ambulatoriali della Branca Discipline Chirurgiche della nostra Asl ed i Chirurghi della Divisione di Chirurgia dell’Ospedale Santa Croce di Moncalieri; la finalità di tale collaborazione consiste nel costruire un percorso che vede impegnati in prima fase i Medici di Famiglia i quali inviano i Pazienti affetti da sospetto tumore della pelle ai Sanitari della Specialistica Ambulatoriale i quali, formulata la diagnosi di alta probabilità o certezza di presenza della neoplasia provvedono in prima persona all’asportazione per l’esame istologico, oppure, dopo scrupolosa valutazione del quadro clinico indirizzano il malato ai Colleghi Chirurghi. I controlli successivi all’atto chirurgico prevedono la presa in carico a cura della Specialistica Ambulatoriale sempre situata sul territorio della nostra Asl.
Un gruppo strutturato in maniera così capillare e diffusa sul territorio che permette di affrontare il percorso diagnostico, terapeutico e di controllo dei tumori della cute con grande facilità di accesso per i Pazienti e territorializzazione dei vari atti medici che risparmiano agli ammalati ripetuti e disagevoli spostamenti costituisce un esempio virtuoso che ha pochi eguali in Piemonte.
Abbronzarsi in sicurezza. Cosa c’è da sapere per una corretta esposizione ai raggi solari
Fin dagli anni ’80, l’esposizione al sole è stata identificata in molti studi epidemiologici come la principale causa ambientale di melanoma. Diversi studi scientifici moderni confermano che vi è una associazione positiva tra esposizione ai raggi solari e rischio di melanoma e che il rischio è maggiore se le scottature sono avvenute durante l’infanzia. Inoltre il rischio aumenta con il numero di scottature avvenute nel corso della vita.
Il melanoma nasce dalla trasformazione tumorale di quelle cellule della cute, i melanociti, che normalmente sono deputate alla difesa della pelle dai raggi UV mediante la produzione del pigmento cutaneo (la melanina) sotto lo stimolo della luce solare.
I raggi UV riescono a penetrare nella cute e raggiungere il derma e possono arrivare a danneggiare il DNA delle cellule. Nella maggior parte dei casi questi danni vengono riparati, oppure portano alla morte delle cellule stesse. A volte, però, possono trasformare qualche cellula in senso canceroso, provocandone una crescita incontrollata.
In più, a lungo andare, il sole causa la degenerazione della elastina e del collagene, le due proteine che danno sostegno ed elasticità alla pelle. Rughe, pieghe d’espressione più visibili, solchi sono causate anche dalla mancanza di collagene indotta dal sole.
Alcuni soggetti sono più sensibili di altri ai raggi solari a causa della loro suscettibilità genetica; questi soggetti presentano capelli rossi, occhi azzurri, lentiggini, pelle chiara con difficoltà ad abbronzarsi e facilità a scottarsi.
L’incidenza del melanoma, il più temuto tumore cutaneo, è in continua crescita. Con un aumento del 4% ogni anno, è al dodicesimo posto fra tutte le forme di cancro e la sua incidenza è raddoppiata nel corso dell’ultimo decennio. Fino a qualche anno da era considerato un tumore raro. Oggi nel nostro Paese si manifestano 6-9 casi di melanoma ogni 100mila abitanti.
Tra le cause di questo aumento dell’incidenza, vi è l’assottigliamento dell’ozonosfera e quindi una riduzione della sua attività di filtro dei raggi ultravioletti emessi dal sole, insieme alla crescente, eccessiva esposizione al sole. In Italia l’incidenza è tendenzialmente maggiore nella popolazione femminile tra i 15 e i 39 anni ed è più frequente al Nord.
La mortalità del melanoma è per fortuna in calo perché questa patologia viene diagnosticata sempre più precocemente, quando l’asportazione chirurgica può risolvere definitivamente il problema: questo anche grazie a una maggiore sensibilità per l’autocontrollo di nei nuovi e anomali.
Negli anni recenti, studi epidemiologici hanno identificato i cosiddetti fattori di rischio che possono essere ricondotti a due elementi: fattori comportamentali (abitudini di vita) e fattori genetico-familiari.
Fattori genetico-familiari
Familiarità per melanoma (8-10% dei casi).
Precedente melanoma.
Appartenenza al fenotipo I e II (difficoltà ad abbronzarsi e facili scottature solari).
Presenza di lentiggini o di nei, soprattutto se sono grossi, dai bordi irregolari, di forma e colore
variabile o in gran quantità (>50).
Presenza di nevi atipici.
Fattori comportamentali
Il più importante fattore di rischio causale per la popolazione di pelle bianca è la scottatura da eccessiva esposizione solare, soprattutto se avvenuta prima dei 15 anni. La gran parte dei melanomi è correlata con l’esposizione intermittente alle radiazioni UV, soprattutto in età infantile, sia di origine solare che da sorgenti artificiali “indoor” (lampade e lettini abbronzanti).
A questo proposito è utile ricordare che l’intensità dell’irradiazione solare non è costante, ma aumenta: — tra le ore 11 e le 16, quando si concentra il 95% di tutta l’irradiazione; — con la stagione (in estate nel nostro emisfero); — con l’altitudine (+4% ogni 300 metri); — con la latitudine (in Paesi vicini all’equatore); — nelle vicinanze di superfici riflettenti (lago-mare +10%; sabbia +10-25%; neve +80%).
Lampade e lettini abbronzanti
I risultati della letteratura scientifica indicano che vi è un significativo aumento del rischio di melanoma nei soggetti che fanno uso di lampade e/o lettini per l’abbronzatura e che il rischio è maggiore se l’esposizione avviene in giovane età.
In Italia, è stato promulgato un decreto del Ministero dello Sviluppo Economico con il quale sono state normate le apparecchiature di tipo estetico, e tra queste anche quelle abbronzanti, in cui si esplicita il divieto d’uso di queste apparecchiature per i minori di 18 anni, le donne in gravidanza, soggetti che soffrono o hanno sofferto di tumore della cute e quelli che si abbronzano con difficoltà o che si scottato con facilità.
Uso di creme solari
I filtri chimici contenuti nelle creme solari sono in grado di assorbire i raggi del sole in modo che non riescano ad arrivare negli strati più bassi della pelle e provocare danni, mentre i filtri fisici agiscono creando una sottile membrana sulla pelle che riflette i raggi del sole.
Alcuni filtri chimici forniscono una protezione contro i raggi UVB del sole, mentre altri la protezione sia contro i raggi UVB e UVA. I filtri solari fisici proteggono sia contro i raggi UVA e UVB.
Una crema solare che protegge contro tutti i raggi ultravioletti, sia di tipo A che di tipo B, offre la migliore protezione: queste creme sono chiamate filtri solari ad ampio spettro.
Convenzionalmente, il metodo di misura della protezione delle creme solari è l’SPF (Sun Protection Factor). Il fattore di protezione solare (SPF) misura la forza del filtro di sole. L’SPF adatto a ciascuna persona dipende dal fototipo cutaneo. Indicativamente, una crema con SPF 15 assorbe il 92 % delle radiazioni UVB e una crema con SPF 40 ne assorbe il 97.5%.
L’uso delle creme solari protettive ad elevato potere schermante e, comunque, adatte al proprio foto-tipo può ridurre il rischio di melanoma prevenendo le scottature; ciò nondimeno, le persone devono sapere che le creme solari protettive proteggono la pelle per periodi limitati di esposizione al sole e che le applicazioni delle stesse devono essere ripetute.
Una novità per proteggere la nostra pelle, oltre ai filtri solari, è data dai tessuti a protezione solare le cui fibre contengono intrinsecamente un fattore di protezione. Si tratta di speciali tessuti che garantiscono un protezione elevata.
Gli errori da evitare per un’abbronzatura con meno rischi
Per evitare i rischi eccessivi è sufficiente seguire una serie di accorgimenti guidati da due regole chiave. La prima è niente fretta: l’organismo deve avere il tempo per produrre la melanina. La seconda, invece, riguarda la protezione: scegliere una crema solare adeguata ed evitare di esporsi al sole in certe ore della giornata. Quindi:
- Evitare le esposizioni eccessive ai raggi solari e le scottature da sole, specialmente nei bambini.
- I bambini fino al 6° mese non devono essere esposti al sole e comunque l’esposizione va limitata se il bambino è di fototipo 1 e 2 (con difficoltà ad abbronzarsi o con facilità a scottarsi). Per i bambini è necessario avere una attenzione speciale poiché sembra che siano in particolare le ustioni avute da bambino che possono favorire lo sviluppo del melanoma anche in età adulta.
- Evitare le ore più calde della giornata, tra le 11 e le 16, quando è massimo l’irraggiamento e l’intensità dei raggi UVB (più pericolosi, perché penetrano più in profondità e sono responsabili delle ustioni). In questi orari è preferibile indossare magliette, cappellini e occhiali da sole o ripararsi all’ombra.
- Esporsi al sole gradualmente, soprattutto se si ha la pelle chiara, utilizzando all’inizio una crema ad alta protezione (tra i 30 e i 50) che blocchi sia i raggi UVB che UVA.
- Applicare sempre sulla pelle filtri solari resistenti all’acqua, con idoneo fattore di protezione in base al fototipo individuale, avendo l’accortezza di applicarli su tutta la pelle in modo omogeneo (porre particolare attenzione al naso, agli zigomi, alle labbra, alle orecchie e al contorno degli occhi).
- Spalmare la crema sempre almeno 15 minuti prima di esporsi al sole e rinnovare la crema solare ogni due ore, avendo l’accortezza di applicare almeno 2 grammi di prodotto per ogni cm quadrato di cute. La crema va spalmata nuovamente dopo ogni bagno (anche se resistente all’acqua).
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